Subito dopo la fine della prima Guerra Mondiale (La Grande Guerra), i militari rimasti senza lavoro (in particolare gli Arditi) e attivisti dei Fasci di Combattimento e dei Futuristi si organizzarono in maniera più o meno spontanea in squadre per reagire alle iniziative dei socialisti. Queste reazioni - prettamente violente ma anche goliardiche e, soprattutto, dimostrative - avevano lo scopo di impedire la realizzazione anche in Italia di una rivoluzione comunista; ma si trattava anche di una risposta ad azioni di socialisti ed anarchici che venivano viste da fascisti e nazionalisti come provocatorie ed offensive verso la patria e i reduci di guerra, come l'erezione di monumenti di carattere pacifista, la contestazione a monumenti di tono celebrativo-patriottico, le aggressioni ad Arditi ed ufficiali dell'esericto, specie se nazionalisti o di estrazione borghese (i fascisti giustificheranno le loro prime azioni proprio come rappresaglia a queste azioni. Successivamente, con l'incancrenirsi della lotta entrarono in gioco altre componenti: innanzitutto il padronato - tanto agricolo quanto industriale - che vedeva nelle squadre d'azione un mezzo per stornare il rischio di una rivoluzione bolscevica in Italia; poi il mito della "Vittoria mutilata", secondo il quale l'Italia rinunciava a parte di ciò che si riteneva le spettasse di diritto (la Dalmazia, Fiume, compensi coloniali) dopo la vittoria sugli Imperi Centrali, per colpa tanto di governi inetti, quanto del "sabotaggio" dello spirito nazionale da parte della propaganda socialista, sostenendo la "pace senza compensi" .
In breve queste "squadre d'azione" (o "squadracce", come furono spregiativamente chiamate dagli avversari) si riunirono all'interno del movimento fascista, anche se molte mantennero una loro particolare e semianarchica autonomia, fino a ben oltre la Marcia su Roma e la cosiddetta "normalizzazione" all'interno della MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale).
Con il consolidarsi del movimento fascista, l'azione delle Squadre iniziò ad assumere un carattere sistematico, in ordine non solo agli obbiettivi sopra citati, ma ad una vera e propria contro-rivoluzione ai danni tanto dei tentativi rivoluzionari socialist-bolscevichi, quanto dello stato liberale.
In breve queste "squadre d'azione" (o "squadracce", come furono spregiativamente chiamate dagli avversari) si riunirono all'interno del movimento fascista, anche se molte mantennero una loro particolare e semianarchica autonomia, fino a ben oltre la Marcia su Roma e la cosiddetta "normalizzazione" all'interno della MVSN (Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale).
Con il consolidarsi del movimento fascista, l'azione delle Squadre iniziò ad assumere un carattere sistematico, in ordine non solo agli obbiettivi sopra citati, ma ad una vera e propria contro-rivoluzione ai danni tanto dei tentativi rivoluzionari socialist-bolscevichi, quanto dello stato liberale.
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