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Arma dei Carabinieri - Comunicati

sabato 23 agosto 2008

La Lotta alla Mafia .... operata dal Regime Fascista

Cesare Mori, Il Prefetto di Ferro.

Cesare Mori nacque a Pavia il 22 Dicembre 1871. Per i primi sette anni e mezzo della sua vita, visse in un orfanotrofio, fino a che i suoi non lo riconobbero. In seguito al matrimonio con Angelina Salvi, che non aveva i requisiti richiesti dalla legge militare del tempo, dovette lasciare l' Accademia Militare di Torino. Divenne poliziotto e fu mandato a Ravenna, Trapani, Castelvetrano e Firenze (come vicequestore). Fu poi questore di Bologna, Roma e Torino. Nel 1921 si oppose, in qualità di prefetto del capoluogo emiliano, allo squadrismo fascista. Deluso, andò in pensione nel 1922.

Nel 1925 fu richiamato in servizio da Federzoni (allora Ministro degli Interni) ed inviato come prefetto a Trapani, Sicilia, dal 6 giugno 1925 e dove rimase fino al 20 ottobre, quando su ordine di Mussolini fu nominato prefetto di Palermo, con poteri straordinari sulla Sicilia intera, con l'incarico di sradicare la mafia con qualsiasi mezzo. Si insediò a Palermo il 22 ottobre dello stesso anno e vi rimase fino al 1929. Benito Mussolini gli mandò il seguente telegramma: "...vostra Eccellenza ha carta bianca, l'autorità dello Stato deve essere assolutamente ripeto assolutamente ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno, non costituirà problema, noi faremo nuove leggi...".
Qui attuò una durissima repressione verso la malavita, colpendo soprattutto bande di briganti e signorotti locali. Il 1° gennaio 1926 fece ciò che lo farà passare alla storia; occupò Gangi, minuscola cittadina, che tuttavia era rifugio di innumerevoli esponenti della mala siciliana. Con numerosi uomini dei Carabinieri Reali e della Polizia passò quindi al rastrellamento del paese casa per casa, arrestando banditi, piccoli mafiosi e latitanti vari. Questo dopo aver assediato la città, che inizialmente non aveva intenzione di cedere. Fece tagliare l' acqua e molte altre risorse necessarie per il sostentamento della popolazione della piccola cittadina. I metodi attuati durante quest'azione furono particolarmente duri e Mori non esitò ad usare donne e bambini come ostaggi per costringere i malavitosi ad arrendersi. Fu proprio per la durezza dei metodi utilizzati che venne soprannominato Prefetto di Ferro.
Continuò così per tutto il 1926 ed il 1927, fu nominato senatore e richiamato a Roma il 16 giugno 1929, quando la stato pubblicizzava la sconfitta della mafia.

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