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Arma dei Carabinieri - Comunicati

domenica 6 luglio 2008

Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale

La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale fu un corpo militare nell'Italia fascista. Per via del colore della camicia parte integrante della divisa di questo corpo, i suoi membri e la Milizia stessa erano noti anche come Camicie nere.
La sua fondazione risale ad una deliberazione del Gran Consiglio del Fascismo del gennaio 1923. Inizialmente pensato come milizia ad uso esclusivo del Partito Nazionale Fascista (rispondeva solo al Presidente del Consiglio e a lui solo era dovuto il giuramento, in contrasto con l'obbligo di giuramento al sovrano), nel tempo con la «costituzionalizzazione» del fascismo e con un evidente contrasto con l'esercito del Regno d'Italia, perse la sua esclusività nei compiti e finì col mescolarsi quasi del tutto con l'esercito, eccezion fatta per qualche compito puramente formale.
La MVSN del Partito Nazionale Fascista, appena giunto al potere, penso di convertire le squadre d'azione in una vera e propria milizia riconosciuta dallo stato. A fronte di ciò, Benito Mussolini incaricava una commissione di studio, composta da Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi, Aldo Finzi, Italo Balbo ed Attilio Teruzzi, di studiare il problema.
La commissione realizzava un progetto sulla formazione ed organizzazione di un corpo di volontari, inquadrato nell'esercito nazionale mediante regolare reclutamento, in una fascia di età compresa tra 17 e 50 anni. Il progetto era approvato con una deliberazione del Gran Consiglio del Fascismo il 12 gennaio 1923, previa approvazione del Consiglio dei Ministri, il 28 dicembre 1922; diveniva legge con il Regio Decreto n. 31 del 14 gennaio 1923. La Milizia riceveva così il suo crisma di legalità e veniva alla luce in data 1 febbraio 1923, quale «Guardia armata della rivoluzione», «al servizio di Dio e della Patria»-
La MVSN era sottoposta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, per legge, concorreva a mantenere sul territorio italiano l'ordine pubblico ed a difendere gli interessi nazionali. In caso di mobilitazione, il Regio Decreto n. 31/1923 ne prevedeva l'assorbimento da parte del Regio Esercito e della Regia Marina.
Il Regio Decreto n. 1292 del 4 agosto 1924 faceva assurgere la MVSN a Forza Armata dello Stato, con dipendenza dal Ministero della Guerra, dal Regio Esercito e dalla Regia Marina (per la Specialità Artiglieria Marittima) in merito ai reparti d'istruzione ed all'impiego bellico. Il citato decreto sanciva all'art. 1 che «La MVSN fa parte delle Forze Armate dello Stato. I suoi componenti prestano giuramento di fedeltà al Re e sono soggetti alle stesse disposizioni disciplinari e penali di quelli appartenenti al Regio Esercito». Con riferimento a quest'ultimo inciso, taluni appartenenti al PNF definivano il provvedimento normativo come «l'evirazione della Milizia».

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